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Bisogna raccontare quando si dorme, e ascoltare quando si è
svegli. L'intenzione non detta di Soltanto insonnia è
affidata a questo improbabile proverbio cinese. Scritti in anni
tra loro anche lontani, questi sette racconti appaiono tuttavia
segnati senza eccezioni dalla percezione impietosa della catastrofe.
Il mondo di Lunetta non ha più profilo: ne trattiene
solo, labilmente, la deturpata memoria, che affiora per periodici
rigurgiti d'ansia. Lo abitano, in una sbandata e angosciosa
insicurezza delle parole e delle cose, personaggi che sono soprattutto
fotocopie di se stessi. E' un mondo vuoto per la sua insaziata
costipazione, stravolto da un'insensata anarchia, autofagico
e autodistruttivo. Le figure che vi si agitano, lemuri e larve,
non possono intrattenere con esso che un rapporto allucinato,
sonnambulico e violento, in una dimensione disperatamente onirica,
frequentemente prossima all'incubo. Lunetta riscatta questo
magma nebuloso con la precisione crudele dello stile. La sua
è una lingua al tempo stesso agglutinata e veloce, avvolgente
e imprevedibile |
Mario Lunetta (Roma, 1934),
poeta, narratore, critico e drammaturgo. I suoi titoli più
recenti: per la poesia, Lettera morta, 2000; per la narrativa,
Montefolle, 1999; per la saggistica, Invasione di
campo, 2002. Per Odradek: Cani
abbandonati, 2003; insieme a F. Muzzioli e M. Palladini,
cura lAlmanacco
Odradek di Scritture antagoniste. |
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Odradek
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