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Silverio Corvisieri
IL MAGO DEI GENERALI
Poteri occulti nella crisi del fascismo e della monarchia

pp.IV-260 € 15,49

 

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dalla quarta di copertina
Personaggio minore, Giuseppe Cambareri, marginale forse, ma non trascurabile se la ricostruzione delle sue gesta è l'occasione per illuminare relazioni sconosciute, per collegare inopinatamente personaggi altrimenti distanti ed estranei. L’ambiente in cui si muove Cambareri è quello dei militari di Roma città aperta e degli uomini dei servizi segreti, dei rosacrociani e dei massoni, ma anche degli agenti provocatori, dei potenti faccendieri, degli inesausti procacciatori e mediatori di affari, dei frequentatori di salotti e anticamere importanti; snodi e interpreti di quel nesso politica-affari che, mentre interessa quotidianamente la cronaca, sembra avere scarso interesse per lo storico. A torto, perché il personaggio restituito dalla ricerca di Corvisieri non è un cammeo, una figura unica e irripetibile; al contrario è una figura esemplare e paradigmatica: il medesimo mix di politica, affari ed esoterismo, infatti, lo ritroveremo in personaggi come Licio Gelli e Lopez Rega, negli stessi ambienti, con le stesse modalità di azione.
Sembra un gioco: chinarsi su di un nome impigliato in una nota e inseguirne le tracce. Un filo che sporge, Giuseppe Cambareri, a tirare il quale vien dietro tutto quanto la storiografia ufficiale aveva trascurato, quando non occultato. Basta spostarsi di poco, e la nuova prospettiva scopre nuovi e sorprendenti elementi: una sorta di parallasse storiografica, quella che permette di cogliere relazioni ignorate, percorsi e frequentazioni scansate; come quando negli archivi càpita di trovare fortuitamente tracce importanti e illuminanti nei fascicoli di personaggi minori. In Il mago dei generali, si precisa il retìcolo di generali adusi a non rispondere alla politica, al popolo sovrano e qualche volta nemmeno al Sovrano, chiusi nel loro sabba autoreferenziale, talvolta in intelligenza col nemico, e nel frattempo immersi in un circuito esoterico-affaristico che in un periodo critico e tragico, come quello che va dal 1940 al 1945, ha largamente surrogato la politica.
Orbene, questa ricerca, se molto ha da dire sulla vocazione eversiva delle classi dominanti di questo paese, molto di più svela quanto alla sua infamante sottocultura; o comunque, una cultura del tutto estranea alla tradizione laica e scientifica moderna, alla cultura di qualsiasi borghesia, anche di quella che tanto poco ha inciso nella storia di questo paese. Populismo, interclassismo, sincretismo, variamente conditi con l’esoterismo, sono filoni che ora hanno un rilancio; ma sono anche alla base di quel revisionismo permanente che mina, insieme, la tenuta della società civile e gli strumenti scientifici per l’analisi della società.

 

Nota editoriale


Personaggio minore, Giuseppe Cambareri, marginale forse, ma non trascurabile se la ricostruzione delle sue gesta è l'occasione per illuminare relazioni sconosciute, per collegare inopinatamente personaggi altrimenti distanti ed estranei. La fitta trama di rapporti occulti che Corvisieri documenta puntualmente crea tuttavia qualche problema. Infatti, più che di rapporti occulti si dovrebbe parlare di rapporti occultati, ovvero trascurati e obliterati, considerato che gli archivi ne traboccano e i riferimenti non mancano.
Perché un personaggio cruciale come Cambareri viene restituito solo ora e in modo tale da sembrare uscito dalla penna ebbra di un confezionatore di storie, insieme, neogotiche e spionistiche? Perché è stato ignorato finora dalla storiografia? Per motivi di metodo, o per motivi politico-ideologici? O per quell’inerzia che induce qualsiasi disciplina a riprodursi sempre uguale e a scansare il più possibile ogni motivo pericolosamente critico? Che cosa hanno a che vedere magnetismo, occultismo, esoterismo, sedute spiritiche con la storiografia? si saranno domandati quegli studiosi che pure avranno inciampato in questo personaggio.
L’ambiente in cui si muove Cambareri, alias Gambareri, alias Cambarer, alias Elio, è lo stesso di Il Re, Togliatti e il Gobbo, il libro pubblicato da Corvisieri in questa stessa collana, quello dei militari di Roma "città aperta" e degli uomini dei servizi segreti, ma anche degli agenti provocatori infiltrati in Bandiera Rossa, dei potenti faccendieri, degli inesausti procacciatori e mediatori di affari, dei frequentatori di anticamere importanti; snodi e interpreti di quel nesso politica-affari che, mentre interessa quotidianamente la cronaca, sembra non avere alcun interesse per lo storico. D’altra parte, il personaggio restituito dalla ricerca di Corvisieri non è un cammeo, un personaggio unico e irripetibile; al contrario si presenta come una figura esemplare e paradigmatica se si considera che il medesimo mix di politica, affari ed esoterismo lo ritroveremo in personaggi come Licio Gelli e Lopez Rega, negli stessi ambienti, con le stesse modalità di azione.
Sembra un gioco: chinarsi su di un nome impigliato in una nota e inseguirne le tracce. Un filo che sporge, Giuseppe Cambareri, a tirare il quale vien dietro tutto quanto la storiografia ufficiale aveva trascurato, quando non rimosso. Ne è risultato un quadro ignorato e comunque assente in altre consimili ricerche, eppure composto di elementi familiari e omogenei, su ciascuno dei quali tuttavia non si può dire che la ricerca abbia raggiunto una soglia accettabilmente condivisa. È il caso dell’onnipresente massoneria la cui variabilità e adesione a tutte le pieghe della società e dello Stato ha raggiunto in Italia livelli addirittura parossistici, spaziando dal fascismo all’antifascismo, in un proliferare di logge la cui attività s’interseca sia con le altre sette esoteriche sia con i servizi d’intelligence.
Basta spostarsi di poco, e la nuova prospettiva scopre nuovi e sorprendenti elementi: una sorta di parallasse storiografica, quella che permette di cogliere relazioni ignorate, percorsi e frequentazioni scansate; come quando negli archivi càpita di trovare fortuitamente tracce importanti e illuminanti nei fascicoli di personaggi minori. Un approccio alla Storia, quello di Corvisieri, che è stato perseguito consapevolmente e con metodo, e applicato alla Roma capitale di guerra in ben tre ricerche: in Bandiera Rossa nella Resistenza romana, non è il CLN l’oggetto dell’attenzione bensì Bandiera Rossa, la formazione numericamente addirittura più rilevante a Roma, e più diffusa nelle periferie e negli strati proletari; in Il Re, Togliatti e il Gobbo. 1944: la prima trama eversiva – in cui Cambareri compare, non di sfuggita, con il nome di Gambareri – non è la Roma dei Palazzi ma quella del Gobbo del Quarticciolo che viene ricostruita restituendo la fitta trama di agenti e formazioni politiche che proprio dai Palazzi si diramano; e ora, in Il mago dei generali, non i personaggi cospicui delle parate e degli armistizi, bensì il retìcolo di generali adusi a non rispondere alla politica, al popolo sovrano – e qualche volta nemmeno al Sovrano – , chiusi nel loro sabba autoreferenziale, talvolta in intelligenza col nemico, e nel frattempo immersi in un circuito esoterico-affaristico che in un periodo critico e tragico, come quello che va dal 1940 al 1945, ha largamente surrogato la politica.
La ricerca di Corvisieri restituisce della Resistenza – sia pure soltanto di quella romana – una rappresentazione largamente dissonante nei confronti di quella ufficiale, come si è accennato; ma così facendo ricostruisce e scopre pezzi di politica e potere che stentano a ricomporsi con quelli che la storiografia ci ha consegnato.
Orbene, questa ricerca, se molto ha da dire sulla vocazione eversiva delle classi dominanti di questo paese, molto di più svela quanto alla sua infamante sottocultura; o comunque, una cultura del tutto estranea alla tradizione laica e scientifica moderna, alla cultura di qualsiasi borghesia, anche di quella che tanto poco ha inciso nella storia di questo paese. Certo, chi ha il potere ha anche quello di accomodarsi la storia e restituire una propria immagine aggraziata; non sembra essere questo il caso della classe dominante italiana che, forse proprio perché consapevole delle modalità e delle finalità della propria azione, ha evitato financo l’esercizio della mistificazione agiografica, sperando nella cancellazione delle tracce.
Populismo, interclassismo, sincretismo, variamente conditi con l’esoterismo – adesso hanno preso a chiamarlo new age – sono filoni che hanno avuto un rilancio; ma sono anche alla base di quel revisionismo permanente che mina, insieme, la tenuta della società civile e gli strumenti scientifici per l’analisi della società.
All’editore rimane la soddisfazione di consegnare al lettore una storia di incastri, un plot, che nulla ha da invidiare alle più mirabolanti spy stories, ma senza forzare in nulla la ricostruzione storiografica.


Claudio Del Bello


Silverio Corvisieri
(Ponza, 1938), ha pubblicato Bandiera rossa nella Resistenza romana, Trotskij e il comunismo italiano, Resistenza e democrazia, I senzamao, Il mio viaggio nelle sinistra, All'isola di Ponza. E' stato redattore dell'Unità dal 1960 al 1967, direttore del settimanale la sinistra nel 1968, fondatore e direttore del quotidiano dei lavoratori nel 1974, collaboratore di numerose riviste. Ha militato nel PCI, nella IV Internazionale e in Avanguardia Operaia. E' stato eletto deputato in tre legislature. Per Odradek ha pubblicato: Badernao, La ballerina dei due mondi (1998), Il re, Togliatti e il Gobbo. 1944: la prima trama eversiva.(1998) e Bandiera Rossa nella Resistenza romana (2005).
 
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