ODRDEK EDIZIONI
COLLANA ROSSA - CULTURE SUL MARGINE COLLANA BLU - STORIA E POLITICA COLLANA VERDE - STORIA ORALE FUORILINEA COLLANA GIALLA - LA MACCINA DA PROSA AZIMUTH IDEK IDEOLOGIA E CONOSCENZA PHOTOS
HOME PINOCCHIO CATALOGO-02
   
CATALOGO
LIBRERIE
CULTURE SUL MARGINE
STORIA ORALE
IDEK
STORIA E POLITICA
AZIMUT
LA MACCHINA DA PROSA
PHOTOS
IDEOLOGIA E CONOSCENZA
GIANO
 
 
 

Silverio Corvisieri
BADERNAO
La ballerina dei due mondi

pp.X-174 € 11,36

 

<< ordina il libro


La "vera storia" di Marietta Baderna, osannata étoile del Teatro alla Scala, fuggita in Brasile con il padre mazziniano dopo i moti del '48 milanese e diventata il simbolo della gioventù romantica e progressista di Rio de Janeiro, è in realtà la "vera storia" del Brasile di metà Ottocento, nel pieno del suo travaglio, alle prese col superamento dello schiavismo, l'affrancamento dall'Europa e la ricerca di una identità culturale originale. Né romanzo storico, quindi, né storia romanzata; più semplicemente una storia che intercetta la Storia e integra i turbamenti di una giovanissima stella della danza con quelli di una società in trasformazione.
C'era un partido badernista della Montanha a Rio de Janeiro, e l'allieva prediletta di Carlo Blasis era divenuta simbolo delle urgenze di trasformazione radicale. Di contro, soprattutto i circoli conservatori l'avevano individuata, se non come causa, certo come il sintomo più preoccupante della febbre che sembrava pervadere il Brasile di metà Ottocento, al punto di dannarle la memoria torcendo il suo nome fino a farlo diventare sinonimo di trasgressione, sia politica che sessuale.
Dà infatti titolo al libro una parola del linguaggio ordinario brasiliano, diventata d'uso alquanto volgare, traducibile con l'italiano "casino", e questa parola era l'unico, misterioso e infamante lascito della appassionata permanenza di Maria Baderna nella città carioca. Fino a quando Silverio Corvisieri ha cominciato ad indagare.

Recentemente, questo ricordo: http://blog.libero.it/fortalezareport/9430985.html


Scrive Carla Fracci nella Presentazione:

Povera Marietta, anzi cara, forte e dolce piccola Marietta che, dopo la lettura di questo libro, appari finalmente nella giusta luce e con un'aureola meritatissima perché fortunatamente qualcuno, chiaramente molto intelligente e senza pregiudizi, ha indagato e rivelato poi la tua vita gloriosa ...

E aggiunge:

E ora è avvenuto il miracolo... dopo queste bellissime pagine che si leggono con grande avidità e fervore, la stella Marietta Baderna risorge luminosissima e quella parola di uso brasiliano cos" pesantemente volgare, quel "fare baderna" che qualche volta si usa ancora nei corridoi puzzolenti e fumosi di qualche teatraccio, ne verrà come lavata perché l'amore barricadero con il quale è stato scritto questo libro farà sì che chi lo legge non potrà più sentire quella parola senza che l'aria mossa dalle belle ali di Marietta lo circondi con un soffio ristoratore, fresco e pulito....

Carla Fracci rivela di essersi sempre ispirata a questa mitica danzatrice, e di conservare gelosamente la sua immagine:

Marietta Baderna vive con me nell'oscuro stretto stretto del mio camerino personale al Teatro alla Scala, metri 2,30 per 1,35, dove trova posto una copia fotografica di una bellissima stampa in cui Mariettina... vi appare bambina, circondata da dodici o quindici figurine di ballerine che le fanno cornice, piccole piccole nelle pose e nei costumi dei più celebri balletti della sua epoca, come se quella cornice di ballerine volesse indicarle tutto quello che c'era da fare nel campo del suo primiero lavoro per rimanere splendida e luminosa Pléiade senza tramonto... La fotografia di quella stampa introvabile me la regalò Beppe Menegatti... e il guardarla in tutti questi anni, quasi mezzo secolo, è stato per me come un dolce, severissimo ammonimento e insegnamento a seguire un tracciato dove altre anime danzanti avevano posto insieme ai loro piedi nelle scarpine di raso, brandelli di vita e briciole di intelligenza...


Luciana Stegagno Picchio, la cui Storia della letteratura brasiliana è un best seller anche in Brasile, coglie subito, dalla parte del lettore, l'eccezionale leggibilità del libro:

Un vero copione cinematografico di cui farà bene ad accorgersi qualcuno dei nostri cineasti, che oserà forse sovrapporre alla nudità della "vera storia di Marietta Baderna" il velo diafano della fantasia di celluloide.

Ma quel cineasta dovrà faticare per alterare o integrare la ricchezza della vicenda.

Nata in una famiglia della buona borghesia piacentina, confortata nella sua passione per la danza da un padre illuminato, esordiente a tredici anni sulle scene del teatrino provinciale di Castel S. Giovanni e, in crescendo, debuttante alla Scala già nel 1843 e da allora idolo dei giovani patrioti lombardi dalle lunghe chiome, che in ogni spettacolo teatrale vedevano un'occasione per manifestare contro l'occupante austriaco. Protagonista nel 1847 di un'esaltante trasferta londinese, la troviamo di nuovo a Trieste come testimone delle prime avvisaglie del Quarantotto triestino. Nel 1848, infine è a Milano, tra le vittime della sconfitta dei piemontesi e della "fatal Novara" di Carlo Alberto. Poi tutto avviene come in un sogno: la fuga dei due Baderna, padre e figlia, in Piemonte e di qui, dove le idee repubblicane di Baderna padre non sembrano per nulla in sintonia con l'ambiente, l'esilio brasiliano a bordo dell'"Andrea Doria". Tutto il periodo carioca di Marietta è da questo momento descritto con informazione e competenza specifica da un Silverio Corvisieri frequentatore da anni del Brasile e della sua cultura.
Sono anni di gloria con Marietta al centro dell'entusiasmo dei suoi fans, i badernistas della Montanha, ma anche di tristezze: febbre gialla, teatri incendiati, rivalità, calunnie, morti dolorose, fra cui quella del padre e poi scandali provocati anche dalla foga della giovane che non esita nell'alternare le più ortodosse danze europee con gli sfrenati batuques afro-brasiliani, i lunduns suggellati dalla peccaminosa umbigada, in cui taluni hanno voluto ravvisare l'origine di un fado lisbonese di bassifondi. é da qui che nacque il termine baderna con la sua connotazione negativa registrata dai dizionari?


Silverio Corvisieri, appassionato amante del Brasile, della sua storia e della sua cultura, si scopre qui come un sollecito e delicato indagatore dell'animo femminile, pronto a restituirne le più riposte pieghe; rigoroso storico di documenti, alle prese con un oggetto così inusuale, rivela per il suo oggetto una partecipazione rispettosa e una conoscenza approfondita della storia del Brasile, e, insieme, del teatro dell'Ottocento.
Storico scrupoloso, si dispone ancora una volta in una situazione di frontiera (politica, culturale, geografica, sociale) indagando, con grande passione civile - proprio come aveva fatto in Il re, Togliatti e il Gobbo (Odradek, 1998) - una figura marginale ma emblematica, ricca perciò di una pluralità di significati, cogliendo il destro per ricostruire, più che una psicologia, un momento di passaggio, una trasformazione irreversibile. Il rapporto di questo Autore con la Storia è tanto duraturo quanto singolare, attento com'è a ritrovarla, la Storia, nella coralità, nelle tante storie che vi scorrono, e magari in una sola, ma senza forzarla, fidandosi solo dei documenti che riesce a scovare. Qui, addirittura, trova bandoli, scopre una trama esaltante rovistando negli archivi per restituirci la dolce anima di Marietta Baderna.
Così, chi non volesse coinvolgersi nell'affresco di un Brasile di metà Ottocento e nei nessi che collegano cultura e politica, spinte al rinnovamento e necessità di conservazione, avrà in ogni caso la consolazione della contemplazione ammirata di un trepido cammeo, inquietante e irrisolto, furente e sconfitto. Sconfitto?
INFO CONTATTI MAPPA
Odradek Edizioni srl - Via san Quintino 35 - Tel e Fax. 067045 1413