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Almanacco
ODRADEK 2004 di
scritture antagoniste
A cura di Mario Lunetta, Francesco Muzzioli,
Sandro Sproccati, Roma, Odradek edizioni, pp. 304, Euro17,00 |
In questo almanacco nessuno ti prende per mano, nessuna classificazione
minaccia il lettore (nessuna testa di serie
gli autori se ne stanno almanaccati in ordine alfabetico)
il grafico è tenuto a freno e non deborda, le pubblicità
sono gratuite e per invito.
Gli ingredienti sono tanti. In questo ci sono racconti (Armando
Adolgiso, Alma Lazarewska, Fabio Troncarelli) e testi teatrali
(Ariodante Marianni), versi potenti (Amiri Baraka e Jerome
Rothenberg) e insinuanti (Alfredo Giuliani ed Edoardo Sanguineti),
testi tosti (Marjorie Perloff sul postmodernismo e Juan Carlos
Rodríguez sul romanzo), gli scherzi di Alberto Arbasino
e Gianfranco Baruchello, le foto di Mimmo Frassineti; cè
pure un epistolario filosofico tra due filosofi, che però
si sono nascosti dietro pseudonimi. Vigliacchi. Da non perdere,
le due schede re-censorie di Maria Turchetto, che di suo insegna
economia a Ca Foscari, ma qui sbudella giosamente Vattimo
e Cacciari. Il voyerismo dei curatori, di coloro cioè
che si son messi alla specula mai misericordiosi
ha disseminato immagini, guarda un po, implicate e complici
della scrittura: quelle di Mirella Bentivoglio, Sergio Cena,
Max Charvolen, Bruno Conte, Rosa Foschi, Patrizia Molinari,
Giancarlo Montelli, Magdalo Mussio, Luca Patella, Betty Radin,
Konrad Balder Schäuffelen, Nazario Zambaldi, Diego Zuelli
Detto così, sembrerebbe un prodotto per il demi monde
letterario universale Che si dice, che si scrive?
mischiando lutile e il dolce, dilettando il lettore
e ammaestrandolo, magari per farlo diventare un cortigiano
come si deve: un po scettico e un po dogmatico.
Ma qui non cè la corte. E si è detto tutto
il male possibile.
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PAROLE
E IMMAGINI DI:
Armando Adolgiso, Alberto Arbasino,
Luca Baiada, Nanni Balestrini, Amiri Baraka (LeRoi Jones), Maurizio
Barletta, Gianfranco Baruchello, Mirella Bentivoglio, Rosalba
Campra, Philippe Castellin, Sergio Cena, Max Charvolen, Bruno
Conte, Antonino Contiliano, Jonny Costantino, Gyorgy C. Dekodra/Adele
Bloch-Bauer, Alberto Di Raco, Pablo Echaurren, Giuseppe Favati,
Cesare Fernicola, Gio Ferri, Rosa Foschi, Mimmo Frassineti,
Alberto Gianquinto, Alfredo Giuliani, Juan Goytisolo, Milli
Graffi, Sergio Lambiase, Stefano Lanuzza, Alma Lazarewska, Ariodante
Marianni, Giorgio Moio, Patrizia Molinari, Giancarlo Montelli,
Magdalo Mussio, Giulia Niccolai, Benoît Noël, Vincenzo
Ostuni, Clemente Padin, Javier Pastor, Luca Patella, Marjorie
Perloff, Michele Perriera, Rosa Pierno, Antonio Maria Pinto,
Betty Radin, Juan Carlos Rodríguez, Vanni Ronsisvalle,
Jerome Rothenberg, Edoardo Sanguineti, Konrad Balder Schäuffelen,
Mario Socrate, Marina Sole, Gianni Toti, Fabio Troncarelli,
Maria Turchetto, Carla Vasio, Emilio Villa, Nazario Zambaldi,
Diego Zandel, Diego Zuelli. |
Grammatiche
ribelli al pensiero debole
di Valerio Evangelisti
Piccoli editori coraggiosi le edizioni Odradek mandano in
libreria l'Almanacco 2004 di scritture antagoniste, raccolta
di testi e di immagini contro il conformismo imperante
Politically incorrect Una lettura dell'oggi sotto il segno di
Machiavelli che si fa beffe dell'idea di dignità, semplice
rapporto di forza tra le canaglie contendenti
Le edizioni Odradek, a furia di insistere con una pervicacia
che rasenta l'incoscienza, hanno finito per imporsi. Oggi rappresentano
un punto di riferimento non eludibile nel quadro dell'editoria
italiana. Mica male, per una casa editrice che propone ciò
che altri, anche i più disinvolti, rifiuterebbero con
scandalo e addirittura con orrore. Dire Odradek significa evocare
l'inverso del pensiero unico. Significa pubblicare
autori, titoli, approfondimenti tematici che il mainstream di
destra e di centrosinistra cerca di ignorare o di far passare
per morti, superati, travolti dalla storia e cancellati dalla
memoria.
In teoria, le edizioni Odradek non dovrebbero nemmeno esistere.
Invece eccole lì, attestate nella libreria romana che
ne è stata la culla, intente a produrre libri come sparassero
pallottole. Ciò non avverrebbe se quei libri non li comperasse
nessuno. E invece qualcuno li compera, e il numero di quei qualcuno
non è così scarso. Segno che il mainstream di
cui sopra qualche calcolo deve averlo sbagliato. Il suo progetto
di omologazione globale, infatti, non tollera minoranze. Se
la minoranza c'è, e agisce con la determinazione di una
maggioranza, la colonizzazione delle coscienze è lungi
dall'essere compiuta.
Solo una casa editrice convinta di ciò che fa sarebbe
capace di gettare sul mercato un Almanacco Odradek 2004 di scritture
antagoniste (pp. 306, euro 17), privo di tutto ciò che
è capace di sedurre in modo facile. La confezione è
seria (se non austera), i testi sono seri, le illustrazioni
(soprattutto foto e riproduzioni di opere d'arte) sono serie.
Anche dove è il piacere della lettura a prevalere, si
percepisce un rigore di fondo che sorregge il tutto. Ed è
questo il primo elemento antagonista che va rilevato.
Qui mi permetto una digressione. In Italia viviamo tempi infausti
in cui, a destra, per antagonismo si intende tutto
ciò che si oppone al politically correct, concetto esteso
fino a comprendere le nozioni stesse di eguaglianza e giustizia
sociale. Il peggiore farabutto che non esita a fare l'apologia
più o meno velata del fascismo, a denigrare la Resistenza,
a condannare il livellamento indotto dalla rivoluzione
francese, a esaltare il colonialismo o l'Inquisizione, è
dunque magnificato come il ribelle per eccellenza, il nemico
mortale del sistema, l'iconoclasta. Poco importa
che le idee che sostiene siano appartenute per secoli ai ceti
privilegiati.
A sinistra (chiamiamola così) il discorso
differisce di poco. Antagonista è stato promosso
post-mortem Montanelli, solo per avere rimasticato in toni burberi
(e qui sta il suo coraggio) tutti i luoghi comuni
cari ai benpensanti, da De Maistre in poi; salvo una tardiva
rivolta contro il padrone fin lì servito perché
divenuto un po' troppo esigente. Antagonista è
divenuto il pupillo di Montanelli, Marco Travaglio, conservatore
quanto lui, per avere inferto occasionali bastonate allo stesso
padrone, di cui peraltro condivide in pieno l'ideologia di fondo.
Bandiere della sinistra sono altresì diventati
l'economista ultraliberale Mario Monti, un presidente della
repubblica che pare una di quelle bambole capaci solo di dire
sì, e vari giudici che ai tempi loro sottoposero il diritto
a ogni distorsione, pur di liquidare la stagione dei movimenti.
L'antagonismo promosso e praticato dall'Almanacco Odradek 2004
è lontano anni luce da quello di cui sopra, e la scorrettezza
politica la pratica sul serio. Lo si capisce fin dagli interventi
iniziali dei tre curatori, Mario Lunetta, Francesco Muzzioli,
Sandro Sproccati, tutti e tre in gran forma. Muzzioli esorta
alle scritture cattive, che facciano impatto sul cinismo
dominante, proprio nel portarlo alle estreme conseguenze, straniandolo
a forza di iperbole. Lunetta porta un esempio di scrittore
cattivo del passato allorché cita Machiavelli, che nel
Principe della dignità come dato assoluto e metastorico
si fa beffe, e ne tratta come di un puro e semplice rapporto
di forza tra canaglie contendenti. Da parte sua Sproccati
nota quanto tali canaglie contendenti abbiano fatto e facciano
tuttora uso di parole come civiltà e democrazia
per mistificare i propri veri scopi: razzismo di ritorno,
carri armati, raffiche di mitra sugli inermi, nuovo colonialismo
sfrontato e vigliacco, soppressione dei più deboli, prospettiva
del genocidio.
Già simili premesse consentono di individuare il nemico
centrale che i testi raccolti nell'Almanacco si prefiggono di
colpire: il pensiero debole, sia nel rigurgito di concetti vuoti
(patria, bandiera) usati da sempre per coprire ogni nefandezza,
sia nella somministrazione di massa di quella pappa per anemici
rappresentata dal linguaggio televisivo e giornalistico universale,
con la manciata di idee scontate che lo sottende.
I contributi sono vari, di autori italiani e stranieri: poesie,
racconti, saggi, disegni, recensioni (esilaranti quelle a Vattimo
e a Cacciari riprese dal Vernacoliere), brani teatrali, persino
la pubblicità bislacca del preservativo Olla. Eppure
la varietà degli apporti non incrina nemmeno per un attimo
la coerenza dell'assieme: a parte la qualità letteraria,
spesso altissima, si tratta di forme diverse di muovere all'assalto
della razionalità di facciata e dell'insostituibilità
fasulla del presente, nonché del dominio che vi si maschera.
Con la consapevolezza, enunciata con vigore fin dalle tre introduzioni,
che forse chi pensa di avere cancellato la nozione di antagonismo
deve aspettarsi sonni agitati, e chi suppone sconfitta la ribellione
in cui aveva creduto deve semplicemente riassaporare il gusto
della lotta. Un sapore prezioso di cui la letteratura, se avanguardia
intelligente, può essere viatico, perché è
su di essa che la cultura complessiva si forma.
Di qui la veste quanto mai opportuna di almanacco, che allude
non alla lettura a salti tipica di un'antologia, bensì
a un assaggio quotidiano: aspro all'inizio, poi via via più
dolce e salutare. Il falso anticonformismo ti bercia nelle orecchie
e poi si spegne; il vero antagonismo ti entra nel sangue poco
a poco, e lì rimane quale parte di te.
Da il manifesto, 20 agosto u.s., p. 17 |
Almanacco
Odradek 2004 e lettura delloggi
di Antonino Contiliano
(il testo completo apparirà sul prossimo numero della
rivista Fermenti)
La realtà immediata (concreta) del pensiero è
la lingua [
]
il problema di discendere dal mondo del pensiero nel mondo reale
si converte nel problema di discendere dalla lingua nella vita.
(K. Marx, Ideologia tedesca)
Hilaritas excessum habere nequit, sed sempre bona est.
(B. Spinoza)
Nessuno sa diceva Spinoza quanto il corpo sia
potente. Se il corpo poi è quello della parola e della
scrittura di una soggettività collettiva
di autori e singolarità poetiche plurali, miscelati
(oltre la divisione dei generi e delle specie della logica classificatoria)
in Almanacco Odradek 2004/scritture antagoniste, Roma 2004,
a cura di Mario Lunetta, Francesco Muzzioli e Sandro Sproccati
(gli autori di Il disordine del discorso, il testo politico-critico
che accompagna gli almanaccati), la potenza allora è
esplosivo im-mediato; e la sua edizione agisce simultaneamente
come letteratura oppositiva a quella che si sincronizza invece
con la sussunzione di tutta la creatività nella comunicazione
della socialità capital-neoliberista, sussunzione che
in quanto sottratta al tempo e relegata nellinteriorità
dei sentimenti dellindividuo o nei formalismi circolari
delle sue fantasie colorate, disimpegnate e tautologiche. Le
parole e i segni organizzati controcorrente, di questo Almanacco
di testi e singolarità artistiche in movimento che scavano
nei mutamenti depoca, diventano così corpi urticanti
e macchina da guerra contro il potere e prodotti
singolari dellintelligenza materialistica, o, per
dirla con lo stesso Mario Lunetta, ordigni esplosivi a
tempo, il cui timer va sempre regolato senza negligenza
(p.8).
Le parole e i segni di tutti i testi raccolti in questo libro
(non antologico), siano verbali e/o non verbali i testi, e oltre
la divisione dei generi, sono potenza materialistica esplosa
almeno per un paio di ragioni:
1 - il concreto della loro elaborazione artistica è il
presente della con-tingenza materiale e storica di soggettività
poietiche molteplici e collettive che costruiscono e praticano
il nome comune dellantagonismo contro il tempo
capitalistico e la sua produzione letteraria in funzione della
sua stessa circolarità mistificante;
2 - il loro estetico molteplice, né speculativo
né sparito, non è affidato al sentimentale-emozionale
del mercato mercenario, bensì a una poiesis contro
lo stato di cose presente, e per un progetto di liberazione
e creatività non consumisticamente funzionale; un invito
che richiede ben altri spessori intellettuali e culturali di
scavo che non quelli dell'impatto e dell'adesione allimmediatezza
identificante del gusto gastronomico imperante o delle poste
idealistiche e trascendentali di ritorno;
3 - essendo testualità e pratiche significanti plurali,
il tempo che li vede come evento singolare è quello plurale
e debito che si articola differenziando temi, riflessioni
e forme scritturali, ma tutte riconoscentesi nel nome
comune dell antagonismo del tempo storico concreto.
Le contraddizioni che denudano e demistificano, del resto non
possono non produrre antagonismo e temperamento di eventi lingua
e nomi che incidono e decidono conflitto, opposizione e alternativa
artistica rispetto a quelli trasparenti ed elducorati
diffusi dal letterario confezionato usa-e-getta e di violenza
diffusa.
Il circuito alienante contro cui reagiscono è anche quello
in cui è caduta la stessa fiction della nuova società
della conoscenza e dell'informazione borghese la società
globalizzata e chiusa in nome del liberismo che evita
i rapporti critici tra immaginazione, realtà, logica
e potere. Le piste che smantellano sono quelle che propongono
sempre gli stessi modelli e soluzioni spiritualmente
gratificanti interiorità, atemporalità,
astoricità accanto allesercizio continuo
della violenza e della forza del potere, il cui intento è
di tamponare le sempre rinascenti esplosioni antagoniste delle
contraddizioni, le opposizioni che si affacciano sia sul piano
delle azioni sociali che del loro elaborato con testi di frattura.
Del resto, oggi, lopposizione dei collettivi, e dei suoi
templi plurimi e simultanei, non potrebbe essere tenuta a bada
dai guardiani del faro se non con lemarginazione, il silenzio
o, nel caso di minacce reali di rottura e ribaltamento della
loro circolarità formale, con le idealità camuffate
e la guerra e la violenza, che nulla hanno di umanitario e di
etico, scatenate riorganizzazione del loro imperio . Le guerre
umanitarie e democratiche o gli interventi di violenza dirompente
e preventiva sotto le varie ipocrite espressioni di pulizia
e polizia internazionale, infatti, non sono altro
che beffe che passano con le manipolazioni informative (anche
sul piano letterario e delleditoria) della stessa industria
culturale mass-mediale che agisce allunisono.
Segni alternativi, dunque, quelli delle scritture antagoniste
proposte da Almanacco Odradek 2004; segni cioè che
considerata la loro linea di stanziamento e conflitto
non fanno da pendant al neoliberismo della fine dei conflitti.
In nome di un presunto ordine naturale e trasparente dei principi
e dei valori, ormai realizzato completamente nella società
borghese del lavoro totalmente tecnologizzato, infatti, si darebbe
per certo che non ci sia più conflitto tra capitale e
lavoro e le varie articolazioni del sistema, né bisogno
e necessità di costruzioni ideologiche di copertura.
Ma lo sfruttamento permane; e permane sia nella forma più
sofisticata dell'appropriazione privata del general intellect
nel circuito della robotizzazione elettronica e telematica del
lavoro in rete www, sia, ancora, in questa fase di passaggio,
nellespropriazione classica della stessa forza lavoro
individuale con contratti precari e flessibili. La contraddizione
così non è eliminata e il cerchio non è
stato chiuso.
Una presa di posizione e di responsabilità etico-politica
(dovuta!), e linguaggio demistificante i feticci
dell'ideologia di regime, dunque!, le scritture di Almanacco
Odradek 2004. Demistificazione di quei feticci che, sul piano
dell'arte e della letteratura del consenso acritico, sono perciò
filtrati dalle scritture del rifugio nel consolatorio, nel patetico,
nellevasione, nellelusione o nell'astratto ragionare
e immaginare che annullano trascendenti o trascendentali
le sfere, ma entrambi egualmente ideologiche
il tempo
storico dei bisogni, dei desideri e delle aspirazioni materiali
insoddisfatti delle varie soggettività singolari e collettive.
A fronte di questi processi, i modelli dominanti e le idee che
li supportano procedono così come colate devastanti le
coscienze che riducono gli spazi dazione delle strutture
del risveglio e ritardano le anticipazioni progettuali
del rinnovamento radicale individuate dalle analisi e dal pensiero
del materialismo antagonista e critico.
Ecco perché, allora, anche in questo campo, il linguaggio,
luogo parallelo dell'educazione e del controllo delle
azioni e delle reazioni, la classe dominante insegue
l'innovazione (!), così come persegue la rivoluzione
continua e funzionale (K. Marx) degli strumenti di produzione,
dell'organizzazione produttiva e dei rapporti di forza; ribalta
e rigetta come superato il vecchio patrimonio lessicale, ideale
e canonico quello che ne sorreggeva la forma organizzativa
precedente con le sue varie articolazioni e sfumature culturali
e si attrezza con presunte nuove produzioni segniche
e linguistiche.
Ecco perché, allora, occorre dissacrare e svuotare di
senso quanto sul piano della letteratura di consumo viene offerto
e proposto come funzionale e unica via praticabile; ecco perché
Almanacco Odradek 2004, il libro di scritture, parole e segni
antagonista, proposto dalleditrice Odradek (Roma) e curato
da Mario Lunetta, Francesco Muzzioli e Sandro Sproccati. Odradek
2004 (come Almanacco Odradek 2003). Almanacco Odradek 2004 è
il libro dei testi che non accettano lMCN (il Nuovo Caos
Organizzato, compreso, a nostro avviso, quello della lingua
della solidarietà nazionale contro il terrorismo)
e il correlato istupidimento emozionale degli spot, delle battute
e delle scenate praticati dalla letteratura consumistica
dellapparato mediatico (funzionale al potere), che quieta
ricorrendo a miscele e ibridazioni evasive e consolatorie.
A disinnescare le trappole delle parole consumate
e mistificanti della deideologizzazione forzata, e a tappe forzate,
in questo contesto di reazione e conservazione politica planetaria,
cè dunque la lingua dellavanguardia e dellimpegno
antagonisti di Almanacco Odradek 2004. Il libro delle parole,
dei segni, del pensiero e dellazione certamente denudanti
le campagne mistificatorie e di copertura che corrono sia sul
piano politico che, correlativamente, su quello di certa produzione
letteraria e artistico-poetica che asseconda la richiesta del
mercato al fine di modellare il lettore/spettatore come istupidito
consumatore di emozioni, esteticamente acritiche, attraverso
lofferta sublimata di prodotti show, realtà virtuali
e rivisitazioni di comodo. Persino la critica odierna, quella
giocata dai funzionari della comunicazione mass-mediale, e i
sosia pagati e ultrainseriti, ricorrono allemozione come
indice della riuscita dellopera; essi lasciano da parte
lo scandaglio della riflessione e la libertà spassionata
della passione di osservatori critici, e rimandano, come servizio
fiancheggiatore, ai canoni interpretativi dellestablishement
accademico o di turno e accreditati presso le sedi mediali del
quarto potere.
Almanacco Odradek 2004 allora è il luogo non solo
della demistificazione, ma anche del conflitto e dell'antagonismo
di una soggettività sociale e artistico-poietica plurale
e collettiva che, presentandosi con varia testualità,
ri-conferma il fatto che le idee e il linguaggio non hanno purezza
alcuna, ma sono sia l'espressione ideale dei rapporti materiali
dominanti sia il luogo da cui il pensiero critico deve partire
(La realtà immediata (concreta) del pensiero è
la lingua) per poi discendere dal mondo del pensiero
nel mondo reale scoprendo gli altarini di chi occulta
e mistifica gli eventi e il senso della storia a proprio vantaggio
e danno degli sfruttati e dei deboli (individui, classi o interi
popoli, e/o moltitudini?). E la lingua
di Almanacco Odradek 2004, senza perdere il proprio letterario
e artistico-poetico, si cala negli eventi reali e storici della
vita ironizzando e satireggiando le letture e le soluzioni delle
astrattezze metafisiche e magico-tecnologiche.
Il linguaggio di Almanacco Odradek 2004 è una macchina
da guerra che spappola la pace comunicativa, l'altra faccia
della pace come metafora di guerra e del dominio dei pochi su
tutti che cianciano di democrazia e mentono; che definiscono
larte, la scienza, la politica e i piani di sterminio;
che chiamano anche Dio a testimone purché sia mantenuta
unicamente! la loro pace. Dove, infatti, ristabilimento della
verità, ribellione sociale e fame funzionano da disturbo,
essi mobilitando tutti gli apparati invocano anche
e soprattutto il ricorso (drastico e, secondo il loro punto
di osservazione pratica, necessario) alla violenza della guerra
e dello sterminio di classe in nome del santo mercato capitalistico,
dei suoi profitti e privilegi.
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Odradek
Edizioni srl - Via san Quintino 35 - Tel e Fax. 067045 1413 |
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