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Andrea
Martocchia
IL TERRITORIO LIBERO
di Norcia e Cascia
a 70 anni dalla proclamazione 1944-2014
Illustrato con numerose immagini
ISBN 978-88-96487-33-4
pp.125
€ 16,00
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quarta di copertina
La rilettura degli interventi della Tavola Rotonda, tenuta nel 1975 a Norcia, dedicata a quella che è stata a tutti gli effetti la prima “Zona Libera” della Resistenza italiana, oltre che porre interrogativi sullo stato della storiografia, nazionale e locale, si rivela comunque di grande interesse per le questioni di natura sociale e politica che rappresentano nodi ancora irrisolti. Certamente si tratta di un evento unico, in cui l’Italia rurale, che aveva rappresentato il retroterra indispensabile della mobilitazione partigiana, si incontra con la componente operaia e si rafforza con la componente dei partigiani jugoslavi, mentre la componente sociale borghese e intellettuale, per lo meno nei fatti qui narrati, risultò secondaria.
Probabilmente è a questo particolare insieme di elementi, e con la esclusione di altri, che si deve la scarsa attenzione storiografica, e poi la emarginazione ed irrilevanza politica dei partigiani ex combattenti sulla scena politica locale.
È noto d’altronde come la guerra inverta il rapporto città-campagna, e come, nel nostro paese, la fine della guerra abbia frettolosamente ristabilito il rapporto “gerarchico“ e di egemonia culturale nei vecchi termini. La “Zona Libera” e il movimento partigiano in Valnerina e aree limitrofe avevano rappresentato una inedita esperienza sociale di unione nella lotta, appunto, tra la componente operaia ternana e la componente contadina e montanara. Tale esperienza fu drasticamente interrotta subito dopo la Liberazione: da una parte gli operai della città, sotto l’egemonia del PCI, dall’altra le popolazioni della valle e delle montagne, “recuperate” dalla Democrazia Cristiana; una separazione significativamente sottolineata anche dalla non scontata demarcazione amministrativa tra le due province, rispettivamente di Terni e Perugia. Però la vicenda della Brigata “Gramsci” non solo non può essere semplicisticamente definita “ternana” o “perugina” ma non è nemmeno una vicenda solo “umbra”: la zona delle operazioni si estese infatti nelle Marche, fin sui Sibillini, e nel Reatino, quasi fino all’Abruzzo (Posta, Accumoli: la Via Salaria, come la Via Flaminia, fu asse strategico dell’azione militare dei partigiani). L’area liberata rispecchiava quindi, nella sua estensione, la conformazione geografica reale, la inaccessibilità effettiva dei luoghi, meglio che non i confini amministrativi provinciali. Tra le specificità della “Zona Libera“ alcune vanno insomma declinate in termini eminentemente geografici, perché la Storia, in effetti, è anche geografia. |
Andrea Martocchia (Roma, 1969), di formazione astrofisico, lavora come consulente tecnico scientifico, mantenendo uno spiccato interesse per le tematiche storiche: dalle osservazioni storiche delle supernovae (astronomia antica e medioevale) alla ricostruzione di aspetti poco noti della storia contemporanea spec. nel campo delle relazioni internazionali. Con Odradek ha pubblicato, in collaborazione con Susanna Angeleri, Gaetano Colantuono
e Ivan Pavicevac il libro I partigiani jugoslavi nella resistenza italiana. Storie e memorie di una vicenda ignorata, Roma 2011. |
?«Con la liberazione di Norcia, Leonessa, Poggiobustone, Albaneto, e rispettive frazioni dell’Alta Val Nerina, la Brigata garibaldina A. Gramsci ha liberato circa 1000 Kmq. di territorio, migliaia e migliaia di lavoratori sono stati liberati dalla schiavitù nazifascista. Questo Comando, mentre invita tutti i cittadini a collaborare con i Partigiani per le necessità delle popolazioni locali, rende noto che da oggi, 16 marzo 1944, il territorio di Leonessa e San Pancrazio, in zona di Narni, con i limiti Rivodutri, Poggiobustone, Albaneto, Castiglioni di Arrone è considerato staccato da Rieti, Terni e Perugia, città ancora dominate dai nazifascisti ed è unito al territorio di Cascia, Norcia, Monteleone dell’Alta Val Nerina; per conseguenza la Brigata garibaldina A. Gramsci, unica autorità esistente in detto territorio che degnamente rappresenta la nuova Italia democratica, assume la responsabilità di fronte ai cittadini militarmente, politicamente e amministrativamente. I cittadini, per le loro necessità, sono invitati a rivolgersi ai rispettivi Comuni e al Comando della Brigata sito all’Albergo Italia di Cascia.»
È il Proclama del Comando della Brigata Gramsci del 16 marzo 1944. |
Istruzioni per la lettura
Nel 1975 si tenne a Norcia una Tavola Rotonda i cui Atti, riportati in questo volume, non erano mai stati dati alle stampe finora. Sembra un apporto di storia locale e invece si scopre l’enormità di una rimozione. Il 16 marzo del 1944 fu proclamata la prima repubblica partigiana relativamente a Cascia, Norcia, Monteleone, Leonessa,
Poggio Bustone e Albaneto, su un territorio di oltre 1000 Kmq, con effetti militari, politici e amministrativi, da parte della Brigata garibaldina A. Gramsci dell'Umbria, guidata da Alfredo Filipponi e Svetozar Lakovic.
Molto è stato scritto sulle circa 20 repubbliche partigiane che furono proclamate nel successivo autunno ’44 (Alba, Carnia, Ossola, Montefiorino, Valsesia, ecc), ma da nessuna parte si trova menzione della prima, e la circostanza è tanto più sorprendente se si considera l’entità della repressione da parte tedesca - due divisioni, la
Sardinia e la Goering, spostate dal fronte per rastrellare il territorio - nonché l’alto tributo di sangue: oltre 50 morti.
Le cause della rimozione e della scarsa fortuna storiografica sono in qualche modo rintracciabili nella composizione della brigata Gramsci (che raggiunse oltre 400 effettivi): operai, contadini e circa 80 partigiani slavi fuggiti dai campi di concentramento dopo l’8 settembre; ma fu anche l’assenza di ceti intellettuali e borghesi, e dei loro partiti di riferimento, a determinare la “freddezza” del CLN, durante e soprattutto dopo. Ma al di là delle possibili spiegazioni “politiche”, rimangono gli interrogativi sullo stato di una storiografia resistenziale che così a lungo ha ignorato questo evento. |
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