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Sebastiano Timpanaro
IL VERDE E IL ROSSO
Scritti militanti 1966-2000

pp.XVI-246 € 16,00

 

ESAURITO


"Un Nord del pianeta tutto sotto il dominio del capitalismo pseudo-democratico, che sempre più si sviluppa e inquina, e sempre più genera sottosviluppo e disperazione nel Sud [...]
Una vittoria del Nord [...] sempre più si configura come un probabile suicidio collettivo, dunque come una fine della specie umana che coinvolgerà il Nord stesso, inutilmente e stupidamente vittorioso”.

A partire dal saggio Considerazioni sul materialismo (1966 ) e dal volume Sul materialismo (1970, III ed. 1997; ed. inglesi 1975, 1980) Sebastiano Timpanaro fu tratto a successivi approfondimenti, sia con saggi filosofico-politici sia con interventi vivacemente polemici. La presente raccolta ne costituisce un’ampia scelta, ispirata all’intenzione di ricostruire il suo itinerario di pensiero e di passione civile e classista, e di assicurargli una continuità presso un ampio pubblico.
Nell’Introduzione Luigi Cortesi illustra il precisarsi del materialismo di Timpanaro in una “revisione non revisionistica” del marxismo e in posizioni di lotta contro l’imperialismo e la guerra, per la salvaguardia del Pianeta dal rischio cui lo espongono le leggi della produzione capitalistica.
“Il Verde e il Rosso”, appunto: l’impegno ecologico e il pacifismo rivoluzionario.

Sebastiano Timpanaro (1922-2000) è stato grande filologo classico e studioso della cultura latina. Per i suoi contributi scientifici ricevette nel 1995 il Premio Feltrinelli per filologia e linguistica; successivamente fu chiamato a far parte dell’Accademia dei Lincei, Classe di Scienze morali, storiche e filologiche.
Marxista militante, critico dello stalinismo e della politica del PCI, fu nella sinistra del Partito socialista italiano; nel 1964 aderì al PSIUP e nei primi anni ’70 al PdUP. In seguito difese con coerenza il proprio leninismo, coltivando progetti di rifondazione comunista che non si tradussero in appartenenza di partito. I suoi interessi per il materialismo sette-ottocentesco, in particolare per Giacomo Leopardi e il suo “pessimismo agonistico”, lo portarono a elaborare e ad agitare tematiche inconsuete, quale quella della complementarità di marxismo e leopardismo, e della critica al materialismo storico dal punto di vista del “primato della natura”.
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