Una prima recensione, tanto affettuosa quanto precisa.
Massimo Rossi, “Piovanelli e... il valore degli altri”, Il Galletto, 14.5.2016
Il dottor Stefano Piovanelli, borghigiano classe '59, lavora da molti anni come assistente sociale presso l'Azienda Sanitaria di Firenze, in particolare nel settore delle dipendenze. Ha realizzato e seguito progetti per l'inclusione sociale dei disabili e delle persone marginali, nel mondo del lavoro e nei contesti di vita. Pubblicando numerosi articoli sull'argomento. Oggi fa il salto di qualità, dan-, do alle stampe un libro: "Il valore degli altri. Le relazioni umane come risultato dell'operare mentale", edito da Odradek di Roma e disponibile anche nelle migliori librerie del Mugello.
In questo suo lavoro, Piovanelli individua le operazioni mentali che ci portano a disconoscere o sminuire il valore altrui e, presentandomi l'opera, spiega: "Secondo me le radici stesse della violenza, sia nelle relazioni tra i singoli che nel rapporto con le istituzioni, affondano proprio in questa disposizione alla svalorizzazione dell'altro. E' per guesto che siamo tutti oppressi ed oppressori. Come assistente sociale sono continuamente spettatore della perdita di valore sociale di categorie sempre più ampie della popolazione. Insomm mi sembrava che il tema fosse molto attuale". Ma non solo, l'idea di Piovanelli sarebbe quella di legare la presentazione del libro al problema dei senza fìssa dimora, che di fatto sono persone che hanno perso completamente valore perché, essendo stati cancellati dall'anagrafe, non hanno più diritto al medico di medicina generale, ad iscriversi al collocamento, a richiedere un alloggio, ai trattamenti previdenziali ecc. Non esistono più come persone. Inoltre molte amministrazioni comunali si rifiutano di reiscriverli all'anagrafe perché li considerano un costo da doversi sobbarcare, mentre in realtà negano loro i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione: "Mi piacerebbe che qualcuno si aggregasse in questa battaglia di civiltà, che va al di là dell'orientamento politico di ognuno. Ho aperto una pagina su Facebook che si chiama appunto "Il valore degli altri", ci si può iscrivere, partecipare e contribuire con materiali e riflessioni". Mi è sembrato opportuno dare il risalto che merita a questa opera e al suo autore, perchè è persona che stimo da sempre e perché il suo impegno e il suo progetto meritano di essere conosciuti non solo dagli addetti ai lavori. Per questo ho chiesto ad un esperto oer-settore, il dott. Calogero di Sazio, psicologo presso il poliambulatorio di Borgo San Lorenzo della AsI, di preparare una recensione che fosse sì specializzata, ma anche e soprattutto accessibile al grande pubblico. La propongo ai lettori del Galletto con il consiglio di. non tarsi sfuggire questo bel lavoro.
«Stefano Piovanelli, mugellano doc, nella vita è insieme una persona semplice, dotata di fine senso dell'umorismo, e un intellettuale colto e riflessivo. Al lavoro – svolge la professione di Assistente Sociale presso la Usl Zona Mugello – è apprezzato per umanità e senso critico. Il suo recente libro, intitolato significativamente “Il valore degli altri”, rispecchia e illumina queste caratteristiche. Si ispira ai concetti costruttivisti elaborati da Ceccato – un grande cibernetico e pensatore italiano – e dalla sua scuola, e si fregia della Prefazione di Accame, uno dei suoi maggiori esponenti; ma spazia un po' per tutte le scienze umane, e non solo. È diviso in due parti, secondo me accomunate da una visione radicalmente opposta a quella atomistica – rintracciabile anche nel meccanicismo, nel riduzionismo, nel neodarwinismo e nel neoliberismo -. Per quest'ultima la realtà oggettiva è spiegabile a partire dai suoi componenti di base; persone, esseri viventi, cose sono tutti nettamente divisi gli uni dagli altri; per simbolismi, sentimenti, vissuti inconsci, intuizioni creative e valori si cercano spiegazioni riduttive.
Nella prima parte del suo libro Piovanelli illustra come invece ciò che fa parte del nostro essere uomini, e dei nostri modi di interpretare e vivere il mondo, sia molto più complesso, profondo e ricco di sfumature. Mostra così – riassumo con parole mie - che ognuno di noi è continuamente influenzato - nelle proprie identità, facoltà, comportamenti, interazioni, ecc. - dal proprio passato, dalle azioni che svolge, dal futuro che si aspetta, dalle molteplici relazioni – con esseri viventi,oggetti, mondi astratti o fantastici – in cui è coinvolto, dal modo in cui le vive e interpreta, dai ruoli che svolge o attribuisce agli altri, nonché dai vissuti consci o inconsci che prova.
L'Autore scrive che ci si può espandere – per esempio, quando in altre parole ci identifichiamo con persone, oggetti, valori, ecc. -, o al contrario ritirare o bloccarsi – come quando evitiamo di empatizzare, e sottraiamo valore all'altro o anche a noi stessi -. Piovanelli ribadisce appunto più volte che siamo ”nè uno né molti”. A me sembra di riscontrare una somiglianza fra questa visione e quella che emerge dalla Fisica dell'ultimo secolo, con la massa che non è qualcosa di separato dall'energia e dallo spazio-tempo, gli aspetti di incertezza e imprevedibilità,ecc. Peraltro il discorso portato avanti nel libro non riguarda solo il nostro Io, ma anche l'attenzione, l'apprendimento, la percezione, la consapevolezza, il pensiero magico, l'effetto placebo, la suggestione, l'ipnosi, il rapporto coi simboli, e molti altri argomenti di grande interesse; in tutti si riscontra la complessità del “nè uno né molti”. Stefano ci accompagna attraverso una vera miniera di esperimenti psicologici, notazioni antropologiche, sociologiche e filosofiche, esperienze personali - nelle quali è agevole ritrovare le nostre -, in una esplorazione nel contempo libera e ben ordinata – direi scientifica - dei paradossi dell'essere uomini e donne.
Nella seconda parte l'Autore fa un passaggio particolarmente originale - sottolineato da Accame nella sua Prefazione –, dalla precedente trattazione incentrata soprattutto sulla conoscenza, alla sua applicazione al mondo dei valori e della concretezza socio-economica. Continuando a fornire moltissime informazioni, Stefano descrive infatti come l'essere ”nè uno né molti” può aprirci all'umanità, al valore degli altri e di noi stessi; o al contrario bloccarci e chiuderci; come può farlo - distinguendo tra blocchi subiti,imposti o precondizionati -, e in quali casi – nella prossimità coatta, nell'ostilità e nel conflitto, verso sé stessi, ecc . -. Analizza in tal modo quelle che potremmo chiamare l'anatomia, la fisiologia, la nascita e le motivazioni delle varie forme di pregiudizi, razzismo, asservimento, mancanza di umanità, disprezzo dei diritti umani – o di noi stessi, della natura e dell'ambiente -; ne illustra deformazioni, incoerenze, conseguenze; ne ricerca i sofferti antidoti. Un libro molto ricco, insomma, che dietro gli importanti insegnamenti di Ceccato mi sembra abbia il grande ampliamento di visioni che ci ha donato il '900, coi suoi traguardi scientifici, culturali, etici e politici – in particolare diritti umani, democrazia, rispetto dell’ambiente ecologico -. Una lettura consigliabile, oggi che - anche usando ideologie a mio parere semplicistiche e regressive - il valore viene sempre più identificato col denaro e il potere.»
dott. Calogero di Sazio, psicologo presso il poliambulatorio di Borgo San Lorenzo della AsI
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