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Sante
Notarnicola
L'EVASIONE
IMPOSSIBILE
Con un'introduzione di Pio Baldelli
e un'intervista all'autore
1997
pp.XXVI-197
€ 15,00
II
edizione 2005
Con
una prefazione di Erri de Luca
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L'evasione impossibile ha attraversato
con grande forza il ciclo di movimenti tra il '68 e il '77.
Libro di culto per la generazione degli anni '70, ormai introvabile,
aggiunge all'interesse per le autobiografie esemplari quello
dell'analisi distaccata nei confronti di nodi impresentabili
- e quindi rimossi - per la sinistra; come la violenza e il
carcere.
E' il racconto della nascita e del percorso di quel gruppo che
attraversò i fugaci onori della cronaca alla fine degli
anni '60 come "banda Cavallero" una banda di rapinatori
di banche, nata per autofinanziare un'improbabile rivoluzione,
e che aveva mantenuto per anni la propria salvaguardia evitando
qualsiasi rapporto con la malavita. Un'anomalia che ne fece
allora una leggenda.
Piero Cavallero, Sante Notarnicola, Adriano Rovoletto,
I'ex partigiano Danilo Crepaldi sono invece fino in fondo
figli del "popolo comunista" torinese, delle "boite"
e delle officine della ricostruzione industriale del dopoguerra.
La grande forza emotiva non fa velo alla capacità di
comunicare con lucidità e distacco il quadro storico-sociale
che fa da sfondo alla trasformazione del Pci, alla nascita della
sinistra extraparlamentare e poi delle organizzazioni guerrigliere.
Furono fortunati e abili nel riuscire a operare per tanti anni;
furono sfortunatissimi nell'essere arrestati proprio un attimo
prima che il '68 facesse la sua apparizione, dando nuova linfa
e nuove idee alla trasformazione radicale dell'esistente. Anche
se c'è da dubitare che questi uomini - esclusi ormai
da anni dal confronto con le realtà di base - sarebbero
stati in grado di maturare un rapporto proficuo con un movimento
tanto diverso da quello che si potevano attendere o sperare.
La condizione di prigionieri, paradossalmente, favorì
invece questo incontro. E furono i gruppi extraparlamentari
(non senza contraddizioni) a riconoscere in questa banda dei
"compagni di strada" provenienti dalla generazione
"perduta": quella che era stata troppo giovane
per fare la Resistenza, e troppo vecchia per attendere un nuovo
ciclo radicale di lotte. |
L'intervista al Sante di oggi, in appendice,
chiude il cerchio di una vita spesa senza rimpianti alla ricerca
di una rivoluzione che non ha vinto. Un capitolo della lunga
"guerra civile" italiana, visto dall' interno dei
gruppi sociali che in modi diversi, ma più di tanti altri,
hanno pagato sulla propria pelle il prezzo della "normalizzazione"
del conflitto: la classe operaia torinese e i detenuti. In tempi
di pensiero debole, l'unica ricaduta positiva è probabilmente
il rinnovato interesse per le "vite", per la memoria,
per le testimonianze.
Quella di Sante Notarnicola è una coscienza estesa e
possente, che sviluppa ed elabora una minuziosa e basilare critica
della politica e della rappresentanza, perché il carcere,
come luogo della intensificazione delle espenenze, dell'elaborazione
collettiva, risulta un momento estremo di analisi della politica
e di conoscenza dello Stato. |
Recensioni:
Simone
Bardazzi su lettera.com
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