Contro ogni apparenza, la Roma del Novecento è una delle città meno studiate, dal punto di vista politico e sociale, dell’intera Penisola. La Capitale è sotto gli occhi del mondo, nota ma non conosciuta. Addirittura misconosciuta se si pensa all’immagine prevalente di una città priva di contrasti e con una classe lavoratrice, tutto sommato, abbastanza “tranquilla”. Questo libro riempie una lacuna, ricostruendo la base sociale, l'ambito spurio e mutevole in cui avviene la formazione delle forze sociali e produttive cittadine. Ma soprattutto ribalta l’immagine di comodo, restituendo il carattere di città violenta, con un conflitto di classe che sfocia facilmente in tumulti repressi con estrema brutalità dalle forze dell’ordine.
Sopra, la monarchia e la gerarchia cattolica con le loro clientele, la grande e diffusa industria delle costruzioni, legata alla rendita fondiaria e alle banche, ma sotto i disoccupati, i lavoratori stagionali, i contadini immiseriti e immigrati dalle altre regioni, gli operai delle manifatture, gli impiegati declassati e gli artigiani poveri. Tra questi, gli anarchici ebbero modo di affermarsi, muovendosi tra i quartieri popolari come San Lorenzo e Testaccio, ma anche in quartieri centrali come Monti, Borgo e Prati, in maniera indipendente dalla I Internazionale, già dagli anni settanta dell’Ottocento, interpretando e rappresentando la predisposizione all’azione diretta e a forme di lotta violente del proletariato romano. Roma sovversiva, appunto.
In questo humus, per lo più intorno ad alcune personalità – come Aristide Ceccarelli, Temistocle Monticelli, Eolo Varagnoli, Spartaco Stagnetti, Attilio Paolinelli, Ettore Sottovia – l’anarchismo romano si rivelò quale laboratorio delle differenti tensioni dottrinarie che attraversavano il movimento antiautoritario italiano. Il socialismo-anarchico, l’anarcosindacalismo, l’individualismo, nonché il primo antifascismo militante, proprio a Roma, diventarono così gli ambiti, e i termini, di un’emergenza politica e culturale più generale.
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Roberto Carocci (Roma, 1975), è dottorando in Società, politica e culture dal tardo medioevo all’età contemporanea presso il Dipartimento di Storia, Culture e Religioni dell’Università “Sapienza” di Roma. Si occupa di storia del movimento operaio e del movimento anarchico; tra gli altri articoli, ha pubblicato il recente saggio, Il sindacalismo d’azione diretta: la Lega generale del lavoro, Roma 1907-1910 («Giornale di Storia Contemporanea», n.1, 2011). Collabora con il Centro studi libertari/Archivio “Giuseppe Pinelli”.
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Una recensione di Pietro Spataro, su l'Unità del 30 giugno: qui
Lanfranco Palazzolo di Radio Radicale intervista Roberto Carocci. qui
Giovedì 21 giugno ore 18 alla sede anarchica "Errico Malatesta"
via Bixio 62 (tra piazza Vittorio e viale Manzoni) Presentazione di
ROMA SOVVERSIVA. Anarchismo e conflittualità sociale dall’età giolittiana al fascismo (1900-1926)
di Roberto Carocci
A seguire bicchierata e cena.
Giovedì 14 giugno ore 18 al Laboratorio Sociale "La Talpa"
via Ostuni 7
Quarticciolo, Roma
Presentazione-dibattito di
ROMA SOVVERSIVA. Anarchismo e conflittualità sociale dall’età giolittiana al fascismo (1900-1926)
con Roberto Carocci
Giovedì 7 giugno, alla libreria Odradek di Roma
Presentazione del libro di Roberto Carocci
ROMA SOVVERSIVA. Anarchismo e conflittualità sociale dall’età giolittiana al fascismo (1900-1926)
A presentarlo con l'Autore, Eros Francescangeli e Amedeo Osti Guerrazzi
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