Accanto
alla Resistenza armata ce ne era un’altra, ma ad essa
complementare: la “Resistenza civile”, volta a
impedire la distruzione di cose e di beni, a contenere la
violenza intercedendo presso i tedeschi, ad assistere in varie
forme (sfamando, proteggendo e nascondendo) i partigiani,
i ricercati, le popolazioni indifese, ad agire per isolare
moralmente il nemico, a organizzare scioperi per la pace o
a rallentare la produzione per ostacolare lo sfruttamento
delle risorse nazionali da parte dell’occupante.
Anche questo fu la Resistenza a Roma dopo l’8 settembre
1943.
In essa le organizzazioni cattoliche assunsero una posizione
di rilievo all’interno del CNL; gli istituti e le case
di religiosi si prodigavano nell’accoglienza e nell’assistenza
ai ricercati ed ai perseguitati, compresi i dirigenti dei
partiti antifascisti, e ospitavano molti degli incontri del
CLN.
Con un’accurata ricerca il libro ricostruisce tutto
ciò.
Nella prima parte viene sviluppata l’analisi dei vari
movimenti intorno ai quali si andava organizzando il variegato
mondo cattolico; vengono rievocate le vicende dei personaggi
più significativi, le forme e i luoghi di rifugio e
soccorso; nella seconda viene esaminata l’attività
di propaganda politica attuata attraverso la stampa clandestina,
le radio, le scritte murali.
Tra le fonti cartacee vengono analizzate le testate cattoliche
e unitarie da cui si ricavano le posizioni dei partiti e delle
organizzazioni sociali e un gran numero di manifestini e volantini
da cui emergono le sofferenze di tutti i giorni e gli incitamenti
alla lotta, alla disobbedienza e alla resistenza.
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Mario Avagliano su Il Messaggero del 24 aprile 2011 clicca
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Adriano
Ossicini sul quotidiano Europa
del 24 febbraio 2010
La
Resistenza dimenticata
Il ruolo delle formazioni partigiane cattoliche nel saggio
di Vommaro
Le documentazioni e le analisi storiche sul valore e sull’importanza
della Resistenza a Roma, nonostante che siano passati non
pochi decenni, seguitano ad essere oggetto dell’analisi
degli storici per il particolare valore, per certi aspetti
emblematico, che ebbe proprio la Resistenza a Roma.
Riccardo Vommaro nel suo volume La Resistenza dei cattolici
a Roma (1943-1944) Edizione Odradek, affronta questo
problema con un’analisi e con una documentazione, ampie
e puntuali, da un particolare punto di vista. Non c’è
dubbio che nella storiografia sulla Resistenza un ruolo rilevante
è stato dato alle formazioni legate al Partito comunista
(in genere formazione Garibaldi) a quelle del Partito socialista
(formazioni Matteotti) e a quelle di Giustizia e Libertà.
Per quanto riguarda formazioni sorte su motivazione cristiana
o legate ad organismi del laicato cattolico, un certo rilievo
hanno avuto in particolare quelle al nord, legate al ruolo
di Enrico Mattei. Ma Vommaro, ripeto, con documenti alla mano,
dimostra che formazioni legate alla motivazione cristiana,
non solo ci furono a Roma e nel Lazio, legate in particolare
all’esperienza di due movimenti politici, da lungo tempo
presenti, la Sinistra cristiana e i Cristiano
sociali, ma in particolare una di esse, ebbe un tale
rilievo, riconosciuto tra l’altro (attraverso documenti)
da un’apposita commissione ministeriale, da essere in
pratica di poco inferiore all’imponente azione svolta
dalle formazioni partigiane legate al Partito comunista a
Roma e nel Lazio.
Tra l’altro, a conforto delle tesi sostenute da Riccardo
Vommaro, sta la documentazione del presidente della “Commissione
riconoscimento qualifica partigiani e patrioti del Lazio”,
Alfredo Monaco, che dichiara: «La formazione partigiana
D.L.- M.C.C. nota come “Banda Ossicini” comprendeva
oltre mille partigiani operanti a Roma, nel Lazio e nell’Umbria,
con collegamenti in tutta l’Italia centrale, con rapporti
con il comando alleato di Brindisi e con un ruolo di particolare
importanza, tanto che sui suoi massimi dirigenti: Ossicini,
Mondovì e Moruzzi, le Ss avevano messo una elevata
taglia».
La documentazione storica di Riccardo Vommaro è molto
ampia e parte dal ruolo avuto in quelle vicende da Pio XII
e dalla Santa Sede, dal clero e dal mondo cattolico, dall’Azione
cattolica italiana, dalla Democrazia cristiana, dai Cristiano
sociali e in particolare dalla Sinistra cristiana.
C’è anche un panorama molto analitico di tutta
la stampa cattolica, o ad essa collegata, clandestina, a Roma
e perciò: di Voce Operaia, del Popolo,
de La Punta, de Il Segno, de Il Lavoro
italiano, delle Conquiste sindacali,
dell’Azione dei Lavoratori e di Pugno
chiuso, nella quale viene documentata l’ampiezza
e il ruolo svolto.
Come si vede, sia dalla relazione del presidente Monaco, sia
dall’analisi di Vommaro, sia dall’ampiezza e dalla
specificità della stampa clandestina, si tratta di
un impegno e di un ruolo di grande rilievo. Ci furono anche
delle stazioni trasmittenti clandestine. Tra l’altro,
anche ultimamente in rapporto alla Shoah si è riparlato
della radio clandestina nascosta nei sotterranei del Fatebenefratelli
che comunicava con il governo di Brindisi e con gli alleati.
In sostanza, nonostante l’ampiezza ormai della letteratura
storica o documentaria riguardante la Resistenza, non c’è
dubbio che il volume di Vommaro affronta le drammatiche vicende
di allora da un angolo visuale particolare, importante, in
alcuni aspetti anche trascurato e comunque che mantiene un
indubbio rilievo in un dialogo che, nonostante tutto, su quella
stagione è tutt’ora presente.
Adriano Ossicini
È stato presentato a Roma, Venerdì 5 novembre alla Casa della Memoria e della Storia . Ne hanno parlato con l’Autore
Massimo
Rendina, Adriano Ossicini, Alberto
Monticone, Giulio
Alfano.
Un resoconto della presentazione di Livio Cipriano su LUMSAnews, qui |