dalla
quarta di copertina
Di Per una civiltà della consapevolezza e della decisione in comune sono esistite soltanto poche edizioni ciclostilate. Il testo fu discusso per la prima volta nel 1970, in un seminario tenuto dall’autore all’Università di Urbino, nel pieno delle rivolte studentesche. Se Barosso, all’epoca, poteva deplorare il fatto che le decisioni da cui dipendono lo sviluppo sociale e la stessa sopravvivenza della specie umana fossero prese “da questo o quel ristretto gruppo di potere” auspicando che, invece, fossero prese “in comune dall’intera comunità sociale”, noi, oggi, possiamo solo constatare che nulla – ma proprio nulla – è accaduto nel frattempo perché si possa neppure ipotizzare una “inversione di tendenza”. Anzi.
L’utopia di ieri è rimasta l’utopia di oggi. Tuttavia, gli scritti successivi di cui una parte significativa accompagna questo testo – l’analisi critica della filosofia del conoscere e la paziente costruzione di un pensiero alternativo fondato sulla consapevolezza – risultano indispensabili per far sì che l’utopia non rimanga tale.
Giampaolo Barosso (1937-2014) nasce a Torino, cresce a Genova, si trasferisce prima a Milano, poi a Roma e, infine, a Montecampano di Amelia dove trascorre gli ultimi quarant’anni della sua vita. Ha scritto numerose sceneggiature per “Topolino” e per “Il Corriere dei Piccoli” ed ha fatto parte del comitato di redazione della rivista “Ana etcetera”. Ha partecipato dei lavori del Centro di Cibernetica e di Attività Linguistiche dell’Università degli Studi di Milano sotto la direzione di Silvio Ceccato ed è stato segretario di redazione di “Pensiero e Linguaggio in operazioni”.
Tra l’altro, ha pubblicato: Principi generali di linguistica operativa (Milano 1969) e Dizionarietto (illustrato) della lingua italiana lussuosa (Milano 1977). Nel 2018, presso le Edizioni Biblion di Milano è uscito Una camomilla calda e altri messaggi. Molte delle sue opere principali sono rinvenibili in rete: giampaolo-barosso.it .
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