Autore:
Emiliano Sabadello, (Roma, 1974), è docente di ruolo di filosofia e storia al liceo classico Claudio Eliano di Palestrina, dopo aver insegnato per alcuni anni letteratura italiana e storia.
Ha all’attivo diverse pubblicazioni fra narrativa, saggistica e satira, fra le quali ci sono: Pennywise, un saggio su It di Stephen King, edito da Toutcourt edizioni; Il male maggiore. Stephen King e la violenza contro le donne, edito da Alter Ego edizioni; Il denaro e le sue forme. Teorie del denaro in Marx, edito da Il Rovescio editore.
Ha curato, inoltre, un’edizione di alcuni racconti di H.G.Wells, Racconti della prima fantascienza, editi da Alter Ego edizioni. Ha partecipato a volumi collettivi quali: Spinoza. Un libro serissimo, edito da Aliberti e Almanacco Luttazzi della nuova satira italiana 2010, edito da Feltrinelli. Collabora con le riviste letterarie Il corsaronero, La nota del traduttore e Grado Zero.
Titolo:
IN UN MONDO CHE CROLLA.
L’originario, la terra e ciò che resta
dello Stato-nazione.
Heidegger e Pasolini
Che cosa c'entra Heidegger con Pasolini? E Pasolini con Heidegger? Forse, niente. Però, entrambi si sono dovuti confrontare con la modernità: il filosofo strumentalizzandola, il poeta affrontandola a viso aperto.
Questo libro si apre a molteplici sfide, fra le quali ne spiccano senz’altro due: mostrare la matrice capitalistica del nazismo e della filosofia di Heidegger e non lasciare neanche una pagina bianca tra la considerazione di questa e la letteratura di Pasolini, la cui distanza dalla prima è siderale.
Fuori da qualsiasi schema e da ogni "diatriba da pollaio", a essere tematizzati qui sono direttamente i testi, attraverso i quali gli autori vanno lasciati parlare. È proprio dall'incrocio dei testi stessi che il libro prende forma, conducendo il lettore in sentieri e strade che molti, forse in troppi, non vogliono percorrere. Per giungere, infine, a quanto si trova invece all'inizio: al pensare da sé.
“La filosofia e la letteratura non anticipano nulla. Possono avere sguardi molto differenti sul futuro, con la seconda che nel guardare avanti è senz’altro da preferirsi alla prima, ma entrambe arrivano e agiscono a cose fatte, a buio imminente, avrebbe detto Hegel.
Essere figli del proprio tempo vuol dire proprio questo: sapersi riconoscere come donne e uomini storici, non soltanto influenzati dalla struttura del proprio mondo, ma da essa determinati”.
Ambito:
Saggi e Studi.
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