Autore:
Maria Agostina Pagliaroli, vive a Terracina, sua città d’origine. Agli studi classici e alla laurea in Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma seguono due lunghi periodi di insegnamento nella Svizzera tedesca, dove si impegna in favore della comunità italiana.
Dopo una nuova laurea in Linguistica italiana, approfondisce la conoscenza della Storia contemporanea da cui nasce la tesi “Il Maresciallo rosso”, Giuseppe Gracceva.
La storia del comandante partigiano romano delle Brigate Matteotti, inscritta nel quadro più generale degli eventi della Resistenza romana, costituisce il nucleo del presente volume.
Titolo:
IL MARESCIALLO ROSSO. Giuseppe Gracceva, dall’antifascismo militante alla Resistenza. Roma 1922-1945
Gracceva, Chi era costui?
Alla domanda, (di manzoniana memoria), dà risposta la video-intervista di Gianni Bisiach, realizzata nel 1978 nella famigerata “prigione” romana del tenente colonnello della Gestapo Herbert Kappler.
“Tutti parlano di lei come del più grande eroe passato a via Tasso” dove rimase, nella cella n. 10, per 58 giorni in totale isolamento, prima della liberazione della capitale.
Nell’uomo mite e schivo che vi compare, si stenta a riconoscere il leggendario”Maresciallo rosso”, “compagno” di Pertini e di Nenni, che fino alla sua cattura guidò a Roma la Resistenza socialista a capo delle Brigate Matteotti.
Antifascista militante fin dalla presa del potere di Mussolini, più volte arrestato e condannato, fu protagonista d’eccezione dell’apporto dei socialisti e della città a quel movimento di resistenza nazionale che a Roma vide il suo avvio l’8 settembre ’43, quando in modo spontaneo diverse centinaia di cittadini, a fianco dei soldati abbandonati dai capi, accorsero su mezzi i più disparati per fermare i panzer tedeschi che avanzavano.
Pianificando con intelligenza le azioni di guerriglia, intervenendo in prima persona dove maggiore era il pericolo, portò l’organizzazione militare al più alto grado di efficienza.
Figura carismatica e trascinatrice, “Aveva una luce negli occhi che non si poteva spiegare”, le parole commosse di Luciano Ficca, ventitreenne gregario nella formazione socialista. Parlava del “suo” comandante il cui coraggio quasi temerario gli valse la medaglia d’argento al VM e il riconoscimento di “Partigiano combattente ferito” col grado di tenente colonnello.
“Popolarissimo” poté contare sul diffuso sentimento antinazista della popolazione romana, le cui difficili condizioni di vita lui, popolano, lavoratore, condivideva e conosceva bene. Inafferrabile, fu l’incubo di Kappler, riuscendo a lungo a sfuggire alla sua caccia.
Solo la delazione di un infiltrato permise alle SS di catturarlo in modo rocambolesco. Né la promessa della libertà, né le minacce di ritorsioni su famiglia e figli, né le sevizie e le feroci torture nei lunghissimi interrogatori riuscirono a farlo parlare.
In quel silenzio opposto con ostinato coraggio è tutta la drammatica responsabilità del suo ruolo militare e politico. L’arrivo degli alleati il 4 giugno impedì la sua esecuzione.
Impersonò quel desiderio di libertà, quell’esigenza di giustizia e riscatto sociale, quell’istanza politica di costruzione di una nuova Italia che unì operai, intellettuali, militari, uomini e donne, e caratterizzò la lotta partigiana come guerra di liberazione dal nazifascismo, guerra di classe, guerra civile e, non ultima, guerra di genere per la significativa, non abbastanza riconosciuta, presenza cosciente delle donne che scelsero di rischiare.
Indice:
INTRODUZIONE di Davide Conti
PREFAZIONE
Nota sulle fonti
Abbreviazioni
CAPITOLO 1 – L’ANTIFASCISMO MILITANTE
1 Un antifascista delle prima ora. L’arresto del ’25
2 L’arresto preventivo del ’28 e la sorveglianza speciale
3 Un nuovo arresto: aprile 1937
4 Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato: la condanna 5 La Domanda di Grazia
6 Nella Casa Penale di Civitavecchia
CAPITOLO 2 – VERSO LA LOTTA ARMATA
1 In libertà vigilata fino al “colpo di stato” del 25 luglio ’43
2 L’Organizzazione militare socialista - L’8 settembre
3 La battaglia in difesa di Roma: Porta San Paolo, Ponte Sublicio,
via G. Induno
4 La mancata difesa di Roma: la responsabilità
del generale Carboni
5 La guerra di guerriglia
CAPITOLO 3 – LA GUERRIGLIA PARTIGIANA – IL MARESCIALLO ROSSO
1 La Centrale Militare Cittadina, CMC: il ruolo di Gracceva
1.1. Settembre ’43
1.2. Ottobre ’43
2 Un passo avanti e uno indietro: la Resistenza a ritmo alterno
2.1. Novembre ’43 2.2. Dicembre ’43 2.3. Gennaio ’44
CAPITOLO 4 – SUCCESSI E SCONFITTE
1 La liberazione di Pertini e Saragat: 25 gennaio 1944
2 L’attacco alla Stazione Ostiense: 18 febbraio 1944
3 La cattura del Maresciallo rosso: 7 aprile 1944
4 Nelle mani di Kappler a via Tasso
5 La liberazione di Roma: le squadre socialiste contro i tedeschi
in fuga
CAPITOLO 5 – NELL’ITALIA DEL DOPOGUERRA
1 La ricostruzione del Partito socialista
1.1. Il convegno di Spoleto
1.2. La mozione per la riunione del 12 agosto 1944
2 Il giallo della Medaglia d’oro al V. M.
3 Alla Consulta nella Commissione VI - Finanze e Tesoro
4 Il Referendum istituzionale e la missione al Quirinale
5 L’Italia repubblicana
6 Tracce di memoria: via Giuseppe Gracceva
CAPITOLO 6 – QUESTIONI APERTE: IL PASSATO CHE NON PASSA
1 Continuità nella discontinuità
2 L’epurazione mancata: la Burocrazia e la Magistratura
3 Alcuni casi esemplari
4 Il rovescio della medaglia: i processi ai partigiani
5 Come si costruisce una vulgata: Via Rasella e le Fosse Ardeatine 180
APPENDICE
1 – Documenti dell’APFG (I-XVI)
2 – Documenti dell’ACS – TSDS (XVII-XVIII)
3 – Documento IRSIFAR (XIX)
4 – Documenti del Museo Storico della Liberazione(XX-XXII)
BIBLIOGRAFIA
INDICE DEI NOMI
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