Autore:
Francesco Muzzioli, già docente di Critica letteraria
e teoria della letteratura presso l’università “Sapienza” di Roma. Attivo inizialmente con il gruppo “Quaderni di critica”, ha lavorato nel corso degli anni soprattutto su due direttrici, da un lato la storia e le problematiche delle avanguardie europee, dall’altro la discussione teoricometodologica sulla critica letteraria, in polemica con le derive postmoderniste. Tra i suoi contributi: Le teorie letterarie contemporanee (Carocci, 2000), Quelli a cui non piace (Meltemi, 2008), Letteratura come produzione (Guida, 2010), Piccolo dizionario dell’alternativa letteraria (ABEditore, 2014).
Per Odradek edizioni ha pubblicato Il gruppo ’63. Istruzioni per la lettura (2013); Un colpo di pistola nel concerto. Il dibattito su politica e letteratura tra il ’17 e il ’68 (2016); Mario Lunetta. La scrittura all'opposizione (2018), e curato, conMario Lunetta, i quattro Almanacchi Odradek.
Titolo:
BRECHT CON BENJAMIN. CONTRO L’IMMEDESIMAZIONE.
Ancora con Brecht e Benjamin? Cosa hanno da dirci oggi questi due personaggi legati agli anni Venti-Trenta del ’900, vissuti in situazioni di grande difficoltà (specialmente il secondo) e legati (specialmente il primo) a una politica di sinistra che non appare ormai più praticabile?
L’ipotesi di questo libro è che ‒ malgrado tutto ‒ abbiamo ancora bisogno di loro, del Benjamin influenzato da Brecht, del Brecht commentato da Benjamin. Ne abbiamo bisogno perché, nei loro “tempi bui” e in mezzo alle incomprensioni del loro stesso entourage hanno colto con particolare acume i primi segnali dell’avvento del “cattivo nuovo” (il potere delle immagini, la società dello spettacolo) e, senza aristocratici rifiuti, si sono proposti di rivoltarlo criticamente, cominciando
da quel fondamentale aggancio ideologico che è l’immedesimazione passiva, la seduzione ammiccante, non solo nell’estetica, ma in tutto il sistema della comunicazione.
Se vogliamo veramente procedere a “sanificare” quel bene comune che sono le parole, qualche intrattenimento con Brecht&Benjamin, quei due instancabili giocatori di scacchi, è quanto mai opportuno.
Brecht e Benjamin, distinti e distanti, ma uniti non solo dal gusto della discussione, ma anche dalla premura per alcuni interrogativi essenziali: come produrre un’arte che sia singolare e inventiva e nello stesso risponda a una giusta tendenza politica?
Come abitare lo spazio della finzione in modalità critica e polemica verso i condizionamenti del senso comune dominante? Come servirsi dei canali comunicativi senza lasciarsene trasportare? In questo libro si torna a ragionare sulle risposte di due grandi “profughi” del Novecento.
Ambito:
Saggi e Studi.
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