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Eros Francescangeli
ARDITI DEL
POPOLO
Argo secondari e la prima organizzazione antifascista
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pp. 328 € 20,00
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Fondati nel giugno 1921 da Argo Secondari, tenente dei reparti
d'assalto di tendenza anarchica, col preciso intento di difendere
le istituzioni proletarie e popolari colpite dallo squadrismo
fascista, gli Arditi del popolo divengono, nel giro di poche
settimane, un'organizzazione ramificata a livello nazionale.
Vi aderiscono migliaia di giovani e di lavoratori di varia tendenza
politica (comunisti, anarchici, socialisti, repubblicani, sindacalisti
rivoluzionari, ma anche cattolici e dannunziani) che vedono
nel movimento un efficace strumento di opposizione alla violenza
delle camice nere. Le vittoriose difese di Viterbo e Sarzana
dagli attacchi fascisti, organizzate dagli Arditi del popolo
dei due centri, disorientano e cominciano a incrinare quella
che sembrava una compagine imbattibile: i due fascismi, quello
urbano (più politico e disponibile alle trattative) e
quello agrario (ferocemente antiproletario e irriducibile ad
ogni compromesso), sono ad un passo dalla scissione. Ma, violentemente
osteggiata dal governo presieduto da Bonomi, la prima organizzazione
antifascista non riceve - eccezion fatta per i terzinternazionalisti
del PSI e l'area libertaria - il sostegno dei gruppi dirigenti
delle forze del movimento operaio. Ormai ovunque semidistrutti,
solo in pochissime realtà (tra le quali Parma, con le
sue memorabili cinque giornate) gli arditi del popolo riusciranno
a opporsi efficacemente all'offensiva finale fascista. |
Francescangeli, componendo una gran mole di materiale archivistico
e di fonti inedite, ripercorre la storia dell'associazione antifascista
da ben prima della sua costituzione fino alla clandestinità
e alla scomparsa dopo la marcia su Roma, delineandone la fisionomia
e la diffusione territoriale. Partendo da D'Annunzio per giungere
a Secondari, l'autore mette in discussione il teorema, consolidato
dalla storiografia tradizionale, che identifica il ribellismo
post-bellico dei ceti medi con l'illegalismo reazionario antipopolare.
Viene così messo in risalto il ruolo giocato dal combattentismo
democratico o sovversivo nella lotta antifascista e la sua capacità
di amalgamarsi con le organizzazioni del movimento operaio.
Lo studio della simbologia dell'organizzazione (che ha tra le
sue effigi il teschio con le tibie incrociate, ora ripreso dagli
squatters metropolitani) e i cenni biografici sui principali
dirigenti degli Arditi del popolo completano un'opera che -
con il suo cospicuo apparato documentale - fornisce un quadro
esauriente e originale della prima forma di resistenza armata
al fascismo. |
Eros Francescangeli
(Verona, 1967), studioso di storia del movimento operaio italiano,
ha pubblicato numerosi articoli e saggi di carattere storico-politico
in varie riviste specialistiche. E' redattore della rivista
Praxis e collaboratore dell'Istituto per la storia dell'Umbria
contemporanea di Perugia. |
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