Sullo sfondo della Selva Lacandona, in un
contesto di guerra a bassa intensità, viene elettrificata
una comunità zapatista insorta. Lelettricità
è prodotta da una turbina utilizzando una fonte rinnovabile
di energia, lacqua; i finanziamenti arrivano da Enti
locali italiani grazie alla cooperazione decentrata; il lavoro
pratico vede attivi la Comunità de La Realidad e una
rete internazionale di supporto alle lotte zapatiste, in uninsolita
condivisione di metodi, analisi, critiche. La gestione del
progetto viene assunta dal LITA che sperimenta nuove modalità
di organizzazione, di divisione del lavoro e di trasmissione
dei saperi. Lesperienza si arricchisce incessantemente
nel corso degli anni attraverso le tante persone messicane
ed italiane che collaborano alla realizzazione dellimpianto.
Queste persone hanno fornito spunti di analisi e suggerito
modalità di comportamento che abbiamo voluto rendere
fruibili a quanti oggi sono impegnati nella ricerca e nella
costruzione di un altro mondo possibile.
Il LITA (Laboratorio Itinerante Tecnologie Appropriate) è
un gruppo informale di persone che hanno in comune la voglia
di spendere la loro preparazione tecnica con soggetti che
condividono la critica al capitalismo.
|
Nota editoriale
Da questo testo Odradek è stato immediatamente
fatto prigioniero. Entusiasta e volontario. Due gli elementi
di fascinazione irresistibile: tecnologia e responsabilità.
Le tecnologie appropriate sono concettualmente lesatto
contrario del modo capitalistico di gerarchizzare le tecniche.
È appropriato ciò che corrisponde alla fisicità
dellambiente dato; degli interessi delle comunità
residenti, ai livelli (incrementabili) delle culture esistenti.
È appropriato ciò che esce fuori, che risulta,
dallincontro e dallo scambio di conoscenza. Ma senza
introdurre elementi irrazionalistici o ideologici: il risultato
pratico resta larbitro decisivo di ogni ipotesi, lo
sbarramento insuperabile per ogni fantasticare sullinfinito
possibile.
È la riscoperta e valorizzazione dei livelli intermedi
della tecnica, che hanno di buono il basso costo e
per contro, ma solo teoricamente la bassa resa. È
laffermazione in positivo del processo naturale della
conoscenza, fatta di scambio e confronto tra tecniche alternative,
frutto di ambienti geofisici e culturali differenti, a volte
meticciabili, altre no. È il contrario
del procedimento capitalistico, che per prima cosa annienta
e poi impedisce il costituirsi delle tecniche alternative,
con lobiettivo di centralizzare la conoscenza e affermare
quella monocultura da cui è uso trarre il massimo profitto
possibile. Senza riguardi per le differenze, i danni, le bio-
o le antropo-diversità. Centralizzare la conoscenza
è automaticamente espropriare la maggioranza assoluta
dellumanità, privarla del saper fare
autonomo, ridurla a cliente che abbisogna della
merce per soddisfare ogni minima esigenza vitale.
Sul piano energetico il capitalismo vive da mezzo secolo la
fase della monocultura del petrolio. E che una
piccola comunità indigena debba trarre lelettricità
da generatori alimentati a diesel, in piena foresta, può
sembrare logico solo a un consiglio damministrazione
delle sette sorelle.
Dimostrare la fattibilità e la convenienza di tecnologie
povere nella produzione di energia diventa così
immediatamente un atto politico. Le tecnologie alternative,
appropriate, permettono di incontrare la domanda crescente
di energia in tutto il mondo, specie là dove il petrolio
non cè o non può per problemi di
prezzo arrivare. Sono insomma tecnologie passibili
di generalizzazione, e dalla cui generalizzazione può
derivare una prima, pratica, messa in discussione della monocultura
del petrolio. E delle gerarchie globali che intorno a questa
sono state consolidate.
Al di là delle spaccature esplicite (maschile/femminile,
occidentale/indigeno, ecc), però, il resoconto riesce
a mantenere una sua unità. Perché?
Perché cè un progetto tecnologico e il
gruppo è fatto di tecnici. È un
elemento epistemologicamente decisivo. Un gruppo di persone
giovani, con esperienze politiche legate al mondo dei
centri sociali si mette insieme per fare una cosa concreta.
Nel farlo si avvita centinaia di volte in discussioni politico-ideologiche
che senza alcuno sforzo di fantasia avrebbero
distrutto partiti ben più solidi e strutturati.
Ma mantiene, ciò nonostante e malgrado un ricambio
organico altissimo, nel corso di sei-sette anni una
unitarietà di intenti intorno alla cosa da fare. La
realtà oggettiva e il progetto soggettivo sono stati
ancorati fin dallinizio in modo corretto, istintivamente
scientifico. La chiacchiera, lopinione volubile
e priva di ancoraggi, non riesce mai a prendere il sopravvento
sullepisteme, sullidea che corrisponde alla realtà
della cosa (nella doppia accezione: realtà oggettiva
e idea progettuale ad essa appropriata).
È anche per loro, individualmente, una condizione diametralmente
opposta a quella che vivono qui, in pieno occidente capitalistico,
allinterno stesso del movimento (le cui
figure rilevanti, a un certo punto, diventano un possibile
ostacolo alla riuscita stessa del progetto, vista la vanitosa
esigenza di apparire mediaticamente che tanti
perseguono come massimo e privato risultato
politico). Molto fumo e pochissimo arrosto, dove si può
dire la propria senza la responsabilità
di dover dimostrare competenza.
È esemplare, in questo senso, il bilancio dellesperienza
accumulata dal Laboratorio. Dove il prezzo pagato al mito
della spontaneità dal basso, allassenza
programmatica di gerarchie, è stato davvero altissimo,
in termini di tempo ed energie impiegate. Accendere
la luce, a un certo punto, è stata la meta della nostra
azione, coscienti che la riuscita del progetto fosse la cosa
più importante. Anche per correttezza nei confronti
delle aspettative della comunità.
A ben guardare, alla fine, una gerarchia si è imposta.
È quella definita dalla realtà locale (le aspettative
della comunità chiapaneca), dalle competenze scientifiche
(le ipotesi da prendere in considerazione, alla fin fine,
sono quelle che dànno soluzione ai problemi pratici),
dal senso di responsabilità nei confronti del progetto
e delle persone che vi sono state coinvolte. Un buon bagno
di realtà, che consigliamo a tutti coloro che ne hanno
le tasche piene dellesser considerati moltitudine
irresponsabile.
Odradek
|